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Editoria
Obiettivo sostenibilità: 16 - Pace, giustizia e istituzioni solide
Obiettivo raggiunto!
5.750 raccolti su € 4.500 128 % obiettivo raggiunto 48 sostenitori 22/11/2021 progetto concluso

Per intendere l’importanza di una raccolta fondi per pubblicare il libro dal titolo Il carcere. La questione della parola, basterebbe riflettere su quel che è accaduto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e su come, soltanto due mesi dopo lo scalpore suscitato in luglio sulla vicenda, sia sceso il silenzio. 

Oppure considerare che, nel solo 2020, ci sono stati nelle carceri italiane 61 suicidi, nell’ignoranza e nell’indifferenza generale. O che nelle carceri italiane c’è un tasso di affollamento effettivo del 115% e che, per ritornare alla capienza ufficiale regolamentare, sarebbe necessario diminuire le presenza di 8.000 persone. E, ancora, che ci sono in Italia quasi 20 mila detenuti in attesa di sentenza definitiva (quindi, a norma della Costituzione italiana, non ancora colpevoli) e che la metà di loro aspetta ancora il primo processo.   

Ma questo libro non è soltanto un’analisi delle problematiche sociali e politiche concernenti il carcere. È anche il racconto, giorno per giorno, dell’ingiusta detenzione di Armando Verdiglione nelle carceri di Bollate, di Opera e nel reparto carcerario dell’Ospedale San Paolo nell’autunno del 2018. Carcerazione ingiusta perché, dopo essersi costituito, Verdiglione doveva essere subito messo agli arresti  domiciliari in quanto ultra settantenne. Invece la prigionia è durata più di due mesi, fino a portarlo in grave pericolo di vita per incompatibilità con le condizioni carcerarie. E prosegue tutt’ora come detenzione domiciliare.

Nella prima parte del libro, viene narrata la storia del caso Verdiglione, che s’intreccia con un’elaborazione sulle radici del giustizialismo e del penalismo nella tragedia greca e nell’illuminismo. Nella seconda parte, le note, scritte quotidianamente dal carcere, formano un racconto intenso, talora drammatico, ma senza l’idea di vittima, intessuto di aneddoti, di riflessioni, e soprattutto di una lucida analisi della ideologia penale e penitenziaria che si dispiega nel carcere, ma che dipende dalla penofilia, dal culto della pena, fino alla morte come pena, che ancora oggi attraversa l’oriente e l’occidente colpendo l’arte, la cultura, l’impresa, la vita stessa.

Questo libro di oltre 650 pagine indaga la questione della parola libera, della sua logica e del suo valore. Analizza perché contro questa questione, e per la paura di questa questione, sorgano le inquisizioni, le dittature, le burocrature, ma indica anche perché questi arbìtri dell’idea, questi apparati della padronanza non riescano a negare la dissidenza della parola e la sua scrittura.

Che non sia stato pubblicato finora, a più di due anni dalla conclusione della sua stesura, partecipa di questa questione. Che questa raccolta fondi giunga a pubblicarlo è una prova che la cancel culture, il tentativo di negare la memoria come esperienza, nulla può innanzi ai dispositivi di parola, di produzione, di edizione, di lettura.

Io analizzo qui il tribunale penale e il carcere, i loro algoritmi, il canone che li guida, il principio ideale cui essi si riferiscono, l’apparato medico-legale, la burocrazia, l’istituzione totale nella sua efficienza e nella sua produttività, gli scritti fondatori, i documenti, i formulari e il vocabolario propri al modello penale e al modello penitenziario, tutto ciò che definisce la provincia Italia. E do testimonianza e scrittura dell’esperienza, nonostante e attraverso il tribunale penale e il carcere. Chi trarrà la lezione? In ciò che detenuti dicono e scrivono trovate gl’indizi e gl’indici dell’avvenire e della direzione dell’Europa.” (Armando Verdiglione, Il carcere. La questione della parola, quarta di copertina).



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Associazione culturale Progetto Emilia Romagna


News

Al momento non ci sono news pubblicate.

Commenti dei sostenitori

Francesca Bruni - 04/10/2021

Diffondonderò la campagna.

Mariella Borraccino - 05/10/2021

È un libro politico e clinico. Nessun altro scrittore mai ha posto la questione della parola "nonostante il carcere", oltre la metafisica e la fisica del carcere, oltre la spiritualità del carcere, oltre la mistica del carcere.

D.ssa Caterina Giannelli - 05/10/2021

Sosteniamo la pubblicazione del libro "Il carcere, la questione della parola" perché la libertà della parola non ha manette.

Sostenitori

Ecco i gloriosi GINGERs che hanno sostenuto il progetto finora:

Ginger Istituto culturale Centro Industria

Ginger Associazione di cifrematica di Bologna

Ginger Carlo Zucchi

Ginger Maria Teresa Facente

Ginger Panteha Shafiei

Ginger Anna Buttazzoni

Ginger Angelo Varese

Ginger Arianna Silvestrini

Ginger Marco Moscatti

Ginger Roberta Coletti

Ginger RUGGERO CHINAGLIA

Ginger Stefano Fior

Ginger Michele Marin

Ginger Marco Muzzarelli

Ginger Barbara Sanavia

Ginger Maria Carmen Pericolo

Ginger Maria Carmen Pericolo

Ginger Susan Petrilli

Ginger Gianna Nobile

Ginger Marcello Toncelli

Ginger Patrizia Ercolani

Ginger Associazione cifrematica di Pordenone

Ginger Fabrizio Moda

Ginger Fernanda Novaretti

Ginger Sabrina Resoli

Ginger DANIELA GASTALDELLO

Ginger Ariane Schindelholz

Ginger Associazione cifrematica di PN

Ginger Simone Serra

Ginger Pierluigi Degliesposti

Ginger Paolo Pasqualini

Ginger Roberto Celano

Ginger Roberto Celano

Ginger Lina Calogera Alaimo

Ginger Annamaria Fontanabella

Ginger Agnese Agrizzi

Ginger Anna Spadafora

Ginger Mariella Borraccino

Ginger gian carlo bertoni

Ginger Luigi Foschini

Ginger D.ssa Caterina Giannelli

Ginger Nadica Milenkovic

Ginger Carlo Marchetti

Ginger Bárbara Costa

Ginger Francesca Bruni

Ginger Sergio Dalla val

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Il carcere e la scrittura.

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