by: Associazione culturale Progetto Emilia Romagna | Obiettivo raggiunto! | Tipo raccolta: O tutto o niente!
Per intendere l’importanza di una raccolta fondi per pubblicare il libro dal titolo Il carcere. La questione della parola, basterebbe riflettere su quel che è accaduto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e su come, soltanto due mesi dopo lo scalpore suscitato in luglio sulla vicenda, sia sceso il silenzio.
Oppure considerare che, nel solo 2020, ci sono stati nelle carceri italiane 61 suicidi, nell’ignoranza e nell’indifferenza generale. O che nelle carceri italiane c’è un tasso di affollamento effettivo del 115% e che, per ritornare alla capienza ufficiale regolamentare, sarebbe necessario diminuire le presenza di 8.000 persone. E, ancora, che ci sono in Italia quasi 20 mila detenuti in attesa di sentenza definitiva (quindi, a norma della Costituzione italiana, non ancora colpevoli) e che la metà di loro aspetta ancora il primo processo.
Ma questo libro non è soltanto un’analisi delle problematiche sociali e politiche concernenti il carcere. È anche il racconto, giorno per giorno, dell’ingiusta detenzione di Armando Verdiglione nelle carceri di Bollate, di Opera e nel reparto carcerario dell’Ospedale San Paolo nell’autunno del 2018. Carcerazione ingiusta perché, dopo essersi costituito, Verdiglione doveva essere subito messo agli arresti domiciliari in quanto ultra settantenne. Invece la prigionia è durata più di due mesi, fino a portarlo in grave pericolo di vita per incompatibilità con le condizioni carcerarie. E prosegue tutt’ora come detenzione domiciliare.
Nella prima parte del libro, viene narrata la storia del caso Verdiglione, che s’intreccia con un’elaborazione sulle radici del giustizialismo e del penalismo nella tragedia greca e nell’illuminismo. Nella seconda parte, le note, scritte quotidianamente dal carcere, formano un racconto intenso, talora drammatico, ma senza l’idea di vittima, intessuto di aneddoti, di riflessioni, e soprattutto di una lucida analisi della ideologia penale e penitenziaria che si dispiega nel carcere, ma che dipende dalla penofilia, dal culto della pena, fino alla morte come pena, che ancora oggi attraversa l’oriente e l’occidente colpendo l’arte, la cultura, l’impresa, la vita stessa.
Questo libro di oltre 650 pagine indaga la questione della parola libera, della sua logica e del suo valore. Analizza perché contro questa questione, e per la paura di questa questione, sorgano le inquisizioni, le dittature, le burocrature, ma indica anche perché questi arbìtri dell’idea, questi apparati della padronanza non riescano a negare la dissidenza della parola e la sua scrittura.
Che non sia stato pubblicato finora, a più di due anni dalla conclusione della sua stesura, partecipa di questa questione. Che questa raccolta fondi giunga a pubblicarlo è una prova che la cancel culture, il tentativo di negare la memoria come esperienza, nulla può innanzi ai dispositivi di parola, di produzione, di edizione, di lettura.
Al momento non ci sono news pubblicate.
Ecco i gloriosi GINGERs che hanno sostenuto il progetto finora:
Istituto culturale Centro Industria
Associazione di cifrematica di Bologna
Carlo Zucchi
Maria Teresa Facente
Panteha Shafiei
Anna Buttazzoni
Angelo Varese
Arianna Silvestrini
Marco Moscatti
Roberta Coletti
RUGGERO CHINAGLIA
Stefano Fior
Michele Marin
Marco Muzzarelli
Barbara Sanavia
Maria Carmen Pericolo
Maria Carmen Pericolo
Susan Petrilli
Gianna Nobile
Marcello Toncelli
Patrizia Ercolani
Associazione cifrematica di Pordenone
Fabrizio Moda
Fernanda Novaretti
Sabrina Resoli
DANIELA GASTALDELLO
Ariane Schindelholz
Associazione cifrematica di PN
Simone Serra
Pierluigi Degliesposti
Paolo Pasqualini
Roberto Celano
Roberto Celano
Lina Calogera Alaimo
Annamaria Fontanabella
Agnese Agrizzi
Anna Spadafora
Mariella Borraccino
gian carlo bertoni
Luigi Foschini
D.ssa Caterina Giannelli
Nadica Milenkovic
Carlo Marchetti
Bárbara Costa
Francesca Bruni
Sergio Dalla val
Commenti dei sostenitori