by: sezione CAI Alto Appennino Bolognese di Porretta Terme APS ETS | data 24/05/2025
CURIOSE RIMEMBRANZE DI UN MITICO PERSONAGGIO "EX RIFIGIO DEL SASSETO" SUL CORNO ALLE SCALE
di Romano
Mellini
Sono
il fratello maggiore della Lorenza, tenuto conto che sono “Caino”
da molti più anni ed ho, purtroppo un piede e mezzo per non dire
tutti e due nella fossa. All'epoca ho preferito insediarmi in un
luogo molto diverso da lei. Osservo l'alto crinale appenninico
rivestito di rocce e di erba. Sento sopra di me il peso di punta
Sofia alleggerita, in un certo qual modo, dalla grande Croce
metallica che ha l'onore di augurare il buon giorno all'Emilia ed
alla Toscana quando “Frate Sole” spunta dalle brume adriatiche.
Guardo con ammirazione il sentiero che mi sfiora e sale al passo
dello Strofinatoio. Non ho mai visto il lago Scaffaiolo e tuttavia
l'aguzza sagoma del Cupolino mi ha gridato da lontano la presenza un
giorno assai remoto del poeta Boccaccio, giunto sulle rive dello
specchio d'acqua. Dopo aver lanciato una pietra nel laghetto si è
scatenata una tremenda tempesta con forte vento che ha piegato le
alte cime degli alberi. Le alte cime degli alberi? Ho aggiunto io. Oh
Tempora oh Mores! Mah! La punta aguzza dello Spigolino, Cima Tauffi,
il Libro Aperto ed il Cimone chiudono il magico panorama verso
nord–ovest traboccante di bellezza e di mistero. Molto spesso il
vento mi ha schiaffeggiato ed un tenero sole estivo mi ha accarezzato
guardando, giù in basso, le pecore erranti sui declivi. Ho molti
ricordi dei miei visitatori, in modo particolare, quando punto
l'attenzione sul mese di Novembre di una ventina di anni fa. Il
gruppo Escursionisti del Dopo Lavoro Ferroviario di Bologna, composto
da una ventina di persone, venne un sabato sera tra le mie braccia in
compagnia di abbondante cibo e, soprattutto, bottiglie di ottimo
vino. L'acqua del bagno, sembra strano che io possedessi un bagno con
l'acqua, era stata chiusa prudentemente dai responsabili del C.A.I.
di Porretta con l'obbligo che restasse chiusa per evitare spiacevoli
inconvenienti di tubi rotti e quindi faticosi e costosi lavori di
restauro. Si poteva aprire solo l'acqua del rubinetto di cucina. Il
getto della fontanella esterna doveva restare funzionante per tutto
l'inverno onde evitare che l'impianto gelasse. Fuori, nella notte,
tirava una fredda tramontana e le signore, prima di andare a letto al
piano superiore, si recavano, si capisce, al bagno ecologico. Il
tempo impiegato per farsi toeletta e svolgere le necessità del caso
era di pochi secondi. Occupati i letti del piano superiore, due di
loro dovettero stendersi alla meglio in cucina su due panche. Per
tutta la notte, il vento, incuneandosi nei fori della serratura del
portone, ha suonato l'organo, musica celestiale anche se composta da
sole poche note. Musica profonda della montagna con molta
dimestichezza con l'Eterno e con l'Infinito in onore dei caduti della
montagna stessa. Al mattino, tutti i componenti della brigata erano
usciti felici e contenti chiudendo, senza rendersene conto, anche la
saracinesca del rubinetto esterno. Il responsabile del C.A.I.,
fidandosi poco dell'operato degli escursionisti di Bologna, venne
alcuni giorni dopo, ad ispezionare che tutto fosse in regola. Quando
s'accorse della totale chiusura dell'acqua molto si adirò prevedendo
la rottura di un pezzo di tubo. Dovette rompere un tratto del
lastricato esterno e togliere con una trivella il ghiaccio dal tubo
esclamando “questo attrezzo lo infilerei dove dico io a quegli
escursionisti da strapazzo”. Dovetti sorridere tra me e me. Ricordo
anche quel giorno in cui il responsabile dei boy scout, di
professione ingegnere, voleva accendere la stufa economica mettendo
la legna nel forno utilizzato per scaldare le vivande anziché
nell'apposito luogo predisposto a tale scopo. I ricordi piacevoli
riempirebbero un libro e quelli tristi sono sotto gli occhi di tutti.
Meravigliosi quei tempi in cui salivano tutt'attorno ai miei muri
torme di escursionisti che, dopo aver assistito alla santa Messa,
pranzavano sugli appositi tavolini o seduti sui sassi circostanti con
le vivande preparate in loco dalla sezione C.A.I. Alto Appennino
Bolognese. Anche oggi, 2 agosto 2015, la Messa è stata celebrata ed
il canto finale avrebbe dovuto essere un De Profundis. I miei muri
sbrecciati ed offesi dalle intemperie non parlano più alle vette
circostanti. L'acqua, saracinesca a parte, non sgorga più dalla
fontanella e tutto parla di abbandono e di miseria. Solo i ricordi
dei tempi felici sono rimasti tra queste pietre cadenti. Spero ancora
nell'alba di un giorno migliore in cui possa rivedere escursionisti
festanti e possa accoglierli tra mie braccia sane e robuste:
Desidererei ancora ascoltare il suono sfumato nell'Eterno del vento
nella mia serratura. Che tristezza! Che desolazione! Auguro alla mia
sorellina Lorenza di restare per lungo tempo padrona assoluta dello
foresta dell'Acquerino e di godere dello spettacolo naturale per
tantissimi anni. Spero ardentemente che venga cancellato questo
pessimo periodo e possa ancora interloquire con rinnovato vigore con
le cime circostanti e con la Croce metallica che dà
contemporaneamente il buon giorno all'Emilia ed alla Toscana e prego
la suddetta Croce affinché venga una valida man dal cielo e in più
spirabil aere pietosa mi trasporti. Non oso dire ad sidera né tanto
meno ad maiora ma ad una esistenza semplice e felice.
La Sezione, fondata nel 1978 come Sottosezione di Bologna da Giuseppe Fanti e Renzo Zagnoni, ha avuto la sua prima riunione a Porretta Terme, decidendo il nome "Alto Appennino Bolognese di Porretta Terme". L'inaugurazione ufficiale avvenne il 22 ottobre 1978. Il primo Reggente fu Leonardo Gualandi, che organizzò numerose iniziative, tra cui il restauro del Rifugio del Sasseto e l'impianto della segnaletica sui sentieri. Nel 1995, sotto la guida di Giuseppe Fanti, la Sottosezione divenne Sezione autonoma nel 1996, con un aumento di soci e attività, tra cui il progetto "Trekking col treno" ideato da Romano Mellini e Gigi Bernardini. Inoltre, soci della Sezione fondarono la Stazione del Soccorso Alpino al Corno alle Scale, e nacque il Gruppo Alpinistico "Azimut", con spedizioni in Sudamerica e Nepal, dove fu avviato il progetto umanitario Namastè. Siamo circa 300 soci ....