Lettera aperta di Veronica:
"Quando tutti sono pronti a partire ma tu no...o forse non lo sai.
Papà Salvatore ha preparato la macchina personalizzata, che mi seguirà per 100 km ed imprecisate ore. Ha girato tutti i supermercati della provincia di Messina alla ricerca dell'olio di cocco e della salsa Tahin. Mamma Enza si continua a chiedere se deve fare i panini stile festa delle elementari, o mi vedrà davvero correre.
La mia valigia giace a terra, da una settimana, ogni giorno aggiungo un pezzo in più che vorrei con me, e che probabilmente non userò. L'idea di avere tutto quello che potrebbe servirmi mi fa sentire più a mio agio. Ma cosa ti serve veramente durante una gara così lunga?
La risposta giusta non c'è: bastano un paio di calzini a righe colorate, una visiera con scritto ironman, o un antipioggia anche se non pioverà. Accessori che più che essere utili, fanno deviare il pensiero su altro, quell'altro che mi permetterà di gestire al meglio le crisi. Arriveranno e spariranno.
Ci sono strade nuove da fare e dialetti passati da ripassare, c'è che questo sfizio chiamato decima ultramaratona in 2 anni da quando ho iniziato a fare lunghe distanze, ma non è solo uno sfizio. E' qualcosa in più: è un viaggio, un percorso che sentivo il bisogno di fare, nella mia terra, quella che mi ha visto nascere.
Mollare giammai, non esiste nel mio vocabolario. Arrivare sì, in un tempo non dichiarato, ma conosciuto a pochi, che sorridono della scommessa con me stessa.
A mamma Enza ho solo espresso un desiderio: trovare un arancino al mio arrivo! Preparate trombette, tamburi e fischietti...andiamo a prenderci la medaglia.
Andiamo perché non sarò sola....ma con tutti quelli che hanno creduto in questo viaggio e saranno lì a sostenerci."
Ancora grazie a:
- Domenico
- Santino, Marcello, Giovanni, Patrizia e Roberto from Messina
- Giorgia
- Agata