Se guardiamo oggi la Pianura Padana, con i suoi campi di mais e soia, gli allevamenti e le zone industriali, ci riesce molto difficile immaginare quale aspetto avesse prima dell'avvento dell'industrializzazione, o addirittura prima dell'agricoltura.
Se volessimo immaginarlo, dovremmo chiudere gli occhi e pensare a un'enorme palude, con
canneti, pozze e fiumiciattoli, intervallati da boschi e prati con il terreno impregnato d'acqua, ricchissimi di specie animali e vegetali.
Questo tipo di ambienti planiziali sono al giorno d'oggi praticamente scomparsi sia in Pianura Padana che in tutte le zone pianeggianti d'Italia, in seguito a disboscamenti e bonifiche in favore dell'agricoltura che, se da un lato hanno permesso un aumento di produzione di cibo, dall'altro hanno portato al'estinzione di molte specie e a un impoverimento ambientale ai limiti della desertificazione ecologica per quanto riguarda la biodiversità.
Ma cos'è esattamente la “biodiversità” e perchè conservarla è fondamentale per gli esseri umani?
Per “biodiversità” si intende il numero di specie o di habitat riferito a un contesto (un bosco, un fiume, una regione, un giardino): più è alto il numero di specie o habitat presenti in quel contesto, più è alta la sua biodiversità.
È importante conservare il più alto numero di specie possibili perchè ognuna svolge un ruolo all'interno dell'ecosistema, e più specie svolgono un ruolo simile, più l'ecosistema è in equilibrio e ha la capacità di reagire ai cambiamenti esterni, è quindi più “resiliente”.
Apparentemente, lasciare spazio agli ecosistemi naturali in un contesto agricolo vuol dire solamente “perdere spazio utile alla produzione di beni”, ma un ambiente naturale in equilibrio fornisce una serie di vantaggi essenziali alla vita umana, per elencarne solo alcuni:
• Assorbimento delle sostanze inquinanti atmosferiche
• Produzione di ossigeno
• Regolazione dei cicli biogeochimici, come quello dell'acqua o dell'azoto
• “Biofilia”: letteralmente la sensazione di benessere e riduzione dello stress che proviamo nello stare in un ambiente naturale
• Mantenimento della fertilità del suolo
• Controllo delle specie vegetali e animali infestanti
Il cambiamento da ambiente naturale a deserto biologico è stato graduale, non sempre infatti l'agricoltura ha costituito un problema per la vita selvatica, anzi, fino a poche decine di anni fa, l'agricoltura tradizionale della campagna del nord Italia adottava soluzioni e infrastrutture che, oltre a favorire la produzione agricola, si integravano con l’ambiente naturale fino a diventarne parte fondamentale.
Alcune sistemazioni tradizionali apportano un arricchimento della biodiversità, che si impoverisce invece quando queste strutture vengono a mancare. Un esempio di queste infrastrutture verdi sono le siepi, fasce di alberi e arbusti selvatici larghe 5-6 metri, spesso con all'interno un fosso d'acqua, che costituiscono siti di nidificazione, alimentazione e rifugio per numerosissime specie di animali vertebrati e invertebrati, soprattutto per quanto riguarda la “fauna minore” composta spesso da specie protette a livello europeo.
Al giorno d'oggi questi elementi del paesaggio agricolo (siepi, alberi secolari per delimitare i terreni, fossi per l'irrigazione, marcite) stanno scomparendo, in favore di un'agricoltura sempre più intensiva. È quindi importante il loro mantenimento e, dove possibile, una creazione ex-novo di questi ambienti per favorire la formazione di reti ecologiche.
Cosa sono le reti ecologiche?
Le reti ecologiche sistemi interconnessi di habitat naturali.
Lavorare sulla rete ecologica significa creare e/o rafforzare un sistema di collegamento e di interscambio tra aree ed elementi naturali isolati, andando così a contrastare la frammentazione degli habitat, una delle maggiori cause di estinzione di specie animali e vegetali.
Che specie animali ne beneficiano?
L'esistenza di corridoi verdi va a beneficio soprattutto della cosiddetta “fauna minore”, animali di piccole dimensioni quali anfibi, rettili, insetti e micromammiferi, per cui è più difficile muoversi velocemente ed abbandonare un ambiente degradato per cercarne uno adatto.
Anche gli uccelli, sia stanziali che migratori, beneficiano della presenza di corridoi verdi, potendo sostare e alimentarsi durante gli spostamenti.
I mammiferi più grandi infine, rappresentati nel nostro territorio da volpi, tassi, faine, caprioli, negli ultimi anni lupi e cinghiali e in alcune zone del nord est anche da lontre e castori, li utilizzano come vere e proprie vie protette per muoversi da un territorio all'altro.
Queste specie, un tempo molto comuni nelle nostre campagne, diventano ogni anno più rare in seguito all'appiattimento degli ambienti agricoli, che impatta di conseguenza anche sulla nostra qualità di vita come esseri umani.
In pianura padana quindi, più che in altri luoghi, è necessaria una gestione del territorio che permetta la continuazione di produzione di cibo e beni di consumo, ma che tenga conto al suo interno che tra i beni fondamentali per la salute umana c'è la presenza di ambienti naturali diffusi, comunicanti tra loro e ricchi di biodiversità.
Michela Piva
Dottoressa Agronoma Faunista